Tour de France 2020, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2020.

TOP

Michal Kwiatkowski e Richard Carapaz (Ineos Grenadiers): La salvano loro la spedizione della Ineos. Dopo tre giorni sempre all’attacco il vincitore dell’ultimo Giro mette una seria ipoteca sulla vittoria della maglia a pois e quindi può lasciare il successo di tappa all’ex campione del mondo, con cui giunge abbracciato sul traguardo. Proprio il polacco festeggia finalmente il primo successo in un GT, dopo tanti anni al servizio dei capitani, compresa la giornata di oggi, quando fa a lungo il ritmo in salita lavorando per Carapaz, fino ad arrivare a staccare di ruota tutti gli altri. Con il compagno in maglia a pois e con l’età dalla sua parte, a quel punto è giusto che la vittoria vada a lui al termine di una giornata che già definito indimenticabile.

Mikel Landa (Bahrain-McLaren): Arriva la reazione di orgoglio che ci si aspettava. La squadra come ieri è perfetta, ma stavolta anche lui non delude, piazzando lo scatto sull’ultima salita, riprendendo uno dopo l’altro i fuggitivi di giornata. Manda in crisi due rivali come Yates e Uran, guadagnando due posizioni in classifica generale. Il ritmo imposto dalla Jumbo-Visma fa si che venga ripreso ancor prima della fine della salita, dimostrando che questo è il suo livello attuale, ma almeno stavolta è riuscito ad andare all’attacco.

 

Wout Van Aert (Jumbo-Visma): In questo Tour ha vinto due tappe, eppure probabilmente non è questa la cosa più straordinaria che ha fatto. Anche oggi lavora tantissimo in salita per il capitano Roglic, poi si stacca, ma lavora con Dumoulin e Porte per rientrare in discesa. Una volta lì, va a fare anche la volata per il terzo posto per evitare che gli avversari rosicchino secondi a Roglic con gli abbuoni (anche se poi di fatto lo toglie proprio al suo capitano), prendendosi dunque il podio di tappa in un tappone alpino. L’unico rimpianto è non averlo visto lottare per la maglia verde, che certamente avrebbe potuto contendere a Sam Bennett. Per chi continua a definirlo poco più di un velocista (immaginiamo quasi più nessuno ormai), il ventesimo posto in classifica generale è una chiara indicazione di quanto questo ragazzo vada forte in salita.

FLOP

Adam Yates (Mitchelton-Scott): Brutta botta oggi per il britannico. Dopo l’attacco di Landa va in crisi, perdendo contatto quindi abbastanza presto sulla salita. Arriva al traguardo con un distacco di circa due minuti e mezzo dal gruppo dei big, perdendo così due posizioni in classifica e tanto tempo dal podio, che sembra ormai irraggiungibile, e anche dalle top 5, che sarà comunque difficile centrare. Con il fratello fresco vincitore della Tirreno-Adriatico, continua il trend degli ultimi anni in cui sembra non poter reggere il paragone con Simon.

Bora-Hansgrohe: In tanti si aspettavano un loro forcing nei primi chilometri, ma loro invece si addormentano. L’unico a rispondere presente e centrare la fuga iniziale è  Peter Sagan, che però perde comunque punti al traguardo volante sia da Bennett che da Trentin. Kämna e Schachmann provano a uscire dal plotone quando la fuga è già sopra il minuto di vantaggio, ma i due tedeschi capiscono che rientrare su un gruppo così folto è impresa ardua e dopo un paio di minuti si rialzano (Kämna ci riproverà anche poco dopo con un altro gruppetto, ma anche quell’azione non porterà frutti). Un vero peccato in una tappa che poteva essere particolarmente adatta a due come loro.

Quentin Pacher e Pierre Rolland (B&B Hotels – Vital Concept): Anche loro sbagliano completamente i tempi. Dopo essersi accorti di essere rimasti fuori dalla fuga, mettono l’intera squadra a tirare per cercare di recuperare sulla fuga. Quando tutti i compagni si staccano, Pacher prova a portare fuori Rolland, ma anche questa azione non sembra arrivare al momento giusto. Inoltre, le gambe non sembrano le migliori visto che quando parte Caruso in un amen si riporta su di loro e li lascia lì. Rolland sognava la maglia a pois al termine della tappa, purtroppo per lui potrà solo continuare a sognare, trovandosi ora matematicamente fuori dai giochi.

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